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    DJOKOVIC, STEP BY STEP

    Saranno due settimane adrenaliniche per Nole a Parigi, ma il serbo preferisce tenere un profilo basso, specie nel confronto serrato con Rafael Nadal
    venerdì, 25 maggio 2012
    Valentina Clemente
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    Parigi (Francia) – Non partire favorito, ma viverne in qualche modo la pressione. Non sono poche le aspettative che viaggiano insieme a Novak Djokovic in questo Roland Garros 2012, il serbo è atteso da una doppia sfida: quella del Grande Slam e quella di ritrovare la vittoria su terra contro Rafael Nadal, riprendendo in qualche modo la scia di successi messa a segno lo scorso anno.

    Quali sono le tue aspettative in vista del torneo?

    Sono sempre positivo e mi aspetto una reazione all’altezza da me stesso. Sto vivendo l’anno e mezzo più bello della mia carriera, forse il più importante in ottica generale, e voglio usare la fiducia che ho in questo momento per fare un buon risultato al Roland Garros.

    Sei soddisfatto del sorteggio?

    Ho visto solo il primo turno. Gioco contro Starace, che è uno specialista della terra. Non sarà un match semplice

    Lo scorso anno hai vissuto una serie positiva battendo diverse volte Nadal su terra. Quest’anno la situazione è un po’ diversa, perché lui ha vinto gli ultimi due confronti. Pensi sia diventato più forte? E’ lui il favorito?

    Lui è sempre il favorito per questo torneo, lo era anche scorso anno: sulla terra è il tennista che ha riportato più vittorie nella storia. Nella finale di Roma lui ha giocato bene e, anche se siamo stati vicini lui, lui è stato più bravo. Lui migliora con il passare dei turni e qui sarà ancora più difficile perché si gioca su cinque set.

    Tu sei un numero 1 diverso rispetto a quelli che abbiamo visto negli ultimi anni: a Madrid hai ‘parlato’ di Chuck Norris, a Roma hai spaccato un paio di racchette, ti abbiamo visto sulla passerella a Cannes e hai un torneo a Belgrado. Ci puoi parlare un po’ della tua personalità, rispetto soprattutto a Federer e Nadal. Puoi dirci poi qualcosa sulla situazione del torneo di Belgrado?

    Ognuno di noi ha la sua personalità, quindi non faccio paragoni: non l’ho mai fatto e mai lo farò. Io ho cercato di rimanere sempre me stesso, fuori e dentro il campo, rispettando i miei colleghi e lo sport che amo di più al mondo. Questo non significa però mettere il divertimento alla porta: la vita è troppo breve per essere seri tutto il tempo. Per quanto riguarda il torneo è una questione delicata e non voglio parlarne ora. Noi siamo orgogliosi del nostro evento, anche perché è stato il primo Atp nella storia della Serbia. Noi ci stiamo mettendo tanto impegno, però è chiaro che bisogna analizzare bene la situazione.

    Vista la ‘tensione’ per il possibile Grande Slam, quale sarebbe per te l’avversario ideale da trovare in finale?

    Non voglio mettere troppa pressione su me stesso, preferisco approcciare questo torneo come ho fatto negli anni scorsi, senza tensioni particolari. Non c’è un tabellone ideale e devi dare sempre il massimo per arrivare fino in fondo, visto che si gioca su due settimane. Non voglio pensare alla finale, al contrario vivere questo evento match dopo match
     
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